IFOM

IFOM per il paziente

Come la ricerca di IFOM si avvicina al paziente: gli studi clinici

Le idee e le scoperte diventano in IFOM gli studi clinici, fondamentali per valutare l’efficacia e la sicurezza di nuovi trattamenti medici prima di adottarli nei protocolli terapeutici. Convogliare la nostra conoscenza scientifica in questi studi completa la missione di IFOM, permettendoci di offrire soluzioni concrete per migliorare la vita dei pazienti nella lotta contro il cancro. IFOM ha ampliato negli anni i propri orizzonti di indagine, avviando numerosi studi clinici in collaborazione con università, centri di ricerca e istituti clinici nazionali ed internazionali. Solo nel 2023 IFOM ha partecipato a 14 studi clinici di cui 6 promossi direttamente: 7 osservazionali, ovvero che osservano i risultati e raccolgono dati dei pazienti, e 7 interventistici, che prevedono l’applicazione di nuovi trattamenti o farmaci ai pazienti per valutarne l’efficacia e la sicurezza, coinvolgendo un ampio gruppo di pazienti, spesso oltre i 100, ovvero i pazienti arruolati negli studi di fase II.

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Studio avviato nel 2023 e coordinato dal Dott. Vernieri, è uno studio clinico di tipo interventistico di fase II su pazienti con un sottotipo molto aggressivo di cancro al polmone, noto come carcinoma polmonare a piccole cellule. Lo studio è rivolto ai pazienti che hanno già ricevuto 4 cicli di trattamento con chemio-immunoterapico. Questi pazienti vengono sottoposti a mantenimento con sola immunoterapia a cui viene associata la restrizione calorica ciclica con l’obiettivo di stimolare il loro sistema immunitario a riconoscere in modo più efficiente, e conseguentemente ad eliminare, le cellule tumorali.

Partner italiani: Istituto Nazionale dei Tumori, ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda.

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Studio avviato nel 2020 nell’ambito di un progetto del 5x1000 di Fondazione AIRC e coordinato dalla Dott.ssa Marsoni, è uno studio di tipo osservazionale nell’ambito del tumore al seno che studia il ruolo della meccanobiologia nell’aggressività di questo tumore, al fine ultimo di ridurre la probabilità di recidiva ed aumentare la sopravvivenza delle pazienti. La meccanobiologia è una disciplina che si prefigge di comprendere come le cellule e i tessuti rispondano alle stimolazioni meccaniche dell’ambiente circostante.

Partner italiani: ASST Papa Giovanni XXIII, Istituto Nazionale dei Tumori, Istituto Neurologico Besta, Azienda Ospedaliero Universitaria Maggiore della Carità di Novara, IOV, Policlinico San Matteo Pavia, IFO - Istituto Nazionale Tumori Regina Elena, Istituto Clinico Humanitas.

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Studio avviato nel 2020 nell’ambito di un progetto 5x1000 di Fondazione AIRC e coordinato dalla Dott.ssa Marsoni, è uno studio clinico interventistico di fase II, disegnato al fine di dimostrare la fattibilità di usare la biopsia liquida per guidare il percorso clinico post-chirurgico dei pazienti affetti da cancro del colon di stadio III o II ad alto rischio. Alcuni pazienti trattati chirurgicamente sviluppano micrometastasi non rilevabili, per cui la maggior parte di essi riceve chemioterapia adiuvante, sebbene circa la metà non ne avrebbe bisogno. Grazie alla biopsia liquida, che permette di rilevare il DNA tumorale circolante nel sangue, è possibile individuare micrometastasi, predire recidive metastatiche e guidare terapie più efficaci.

Partner italiani: Ospedale Policlinico San Martino, Istituto Nazionale dei Tumori, IEO, Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, IOV, Ospedale Santa Maria della Misericordia, AUSL della Romagna.

Partner europei: University Hospital del Mar, Vall d’Hebron Institute of Oncology, INCLIVA Biomedical Research Institute, Hospital de Sant Joan Despí Moisès Broggi.

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Lo studio osservazionale avviato nel 2020 facente parte di un progetto finanziato dalla Fondazione AIRC e coordinato dal Dott. Casola, analizza aspetti immunologici, molecolari e genetici di diversi tipi di Linfomi B nonHodgkin, tumori che colpiscono i linfociti, componenti del nostro sistema immunitario. Nello specifico, lo studio si prefigge di comprendere il ruolo del recettore immunoglobulinico (anche detto B cell receptor: BCR2) posto sulla membrana dei linfociti B che riceve segnali dall’ambiente esterno, nello sviluppo e accrescimento di diversi tipi di linfoma. Lo studio include la raccolta di campioni di cellule e tessuti tumorali provenienti dai pazienti che possono essere utilizzati per consolidare la nostra conoscenza sulla biologia dei linfomi e la loro risposta alle terapie.

Partner italiani: Spedali Civili di Brescia, Ospedale San Raffaele, Università di Padova.

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Studio avviato nel 2023 nell’ambito di un progetto finanziato da Giuliani Foundation e Istituto Nazionale dei Tumori, e in partnership con Fondazione AIRC, coordinato dal Dott. Vernieri, è uno studio clinico di tipo interventistico di fase II volto a studiare se l’approccio sperimentale di restrizione calorica severa ciclica è in grado di migliorare le risposte tumorali al trattamento preoperatorio chemio-immunoterapico in pazienti affette da carcinoma della mammella triplo-negativo in stadio II-III, un tumore molto aggressivo. I dati raccolti permetteranno di identificare nuove vulnerabilità metaboliche del tumore e, in futuro, intervenire in modo più efficace.

Partner italiani: Istituto Nazionale dei Tumori, IEO, IOV, Ospedale Policlinico San Martino, Università Federico II, Azienda Policlinico Umberto I, Centro Oncologico Modenese, CRO di Aviano, Istituto Ricerca Tumori “Dino Amadori” IRST, Istituto Clinico Humanitas.

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