IFOM News e Comunicati Stampa IFOM

News e Comunicati stampa

La ricerca sul cancro come sfida di pensiero

12/07/2010

IFOM 2020: in un incontro pubblico tenutosi stamattina presso l’Istituto milanese fondato da FIRC sono state tracciate le linee di sviluppo della ricerca sul cancro di domani. Una riflessione che, tirando le fila dei primi 10 anni di IFOM, è stata oggi discussa con partner istituzionali e scientifici, nazionali e internazionali. Le conclusioni? Per garantire futuro ed eccellenza alla Ricerca Italiana bisogna superare le barriere territoriali, identitarie e professionali, promuovendo un’ottica di sinergia, interdisciplinarietà e transnazionalità. Era la fine degli anni ’90 quando, con una capacità di visione inedita per quei tempi, la Fondazione Italiana per la Ricerca sul Cancro capì che nel panorama oncologico made in Italy mancava un tassello fondamentale per la sua completezza scientifica: un centro interamente dedicato alla ricerca oncologica, focalizzato in primo luogo sullo studio dei meccanismi molecolari alla base della formazione e dello sviluppo dei tumori. La visione di FIRC si tradusse presto in realtà, dando vita ad IFOM, l’Istituto FIRC di Oncologia Molecolare, il primo - e ancora oggi unico - Centro di Ricerca italiano specializzato in questo ambito scientifico. Una scelta coraggiosa considerando che, per loro natura, i risultati scientifici della ricerca di base, seppur euristici, costituiscono solo il punto di partenza – la “base”, appunto – di un lungo percorso che forse, un giorno, si rivelerà risolutore per la diagnosi e la cura delle patologie tumorali. “Una scelta quindi particolarmente difficile per una charity - precisa Piero Sierra, Presidente di FIRC, nel suo saluto introduttivo dell’incontro pubblico tenutosi stamattina – che, per sua vocazione, sente il dovere di soddisfare il bisogno di risposte, di soluzioni e di conoscenza da parte dei propri donatori, della società civile e delle Istituzioni. Ma, del resto, crediamo che la conoscenza sia il presupposto fondamentale della cura”. Oggi, a 10 anni dall’avvio del suo programma scientifico, i fatti rendono onore all’intuizione di FIRC: con la sua attività diversificata in 19 programmi di ricerca sui fronti più promettenti della ricerca oncologica e oltre 100 ricerche all’anno, pubblicate sulle più prestigiose riviste scientifiche internazionali come Science, Nature e Cell, “IFOM ha già lasciato il segno in Italia come modello per lo sviluppo di nuove strategie di ricerca, basate su laboratori di ricerca all’avanguardia e specializzati. In questo campo IFOM si distingue decisamente come uno dei leader anche a livello internazionale” come commenta Tomas Lindahl, Direttore Emerito del Clare Hall Laboratories Cancer Research UK. Nella sede milanese di IFOM, sorta in un’area ex-industriale di 11.000 Mq, si respira un’atmosfera internazionale: dei 200 ricercatori, il 25% è costituito da stranieri, provenienti da 25 diversi Paesi, tra i quali spiccano alcuni tra i più competitivi oggi in questo ambito: Giappone, Gran Bretagna, Stati Uniti, Malesia, Germania e Canada. I ricercatori italiani provengono da 17 diverse regioni e dopo un periodo di lavoro nei laboratori di IFOM convolano spesso per i più prestigiosi istituti di ricerca internazionali, dove possono arricchire la propria esperienza e riportarla in Italia. “Questo dimostra – aggiunge Sierra – che anche in Italia si possono realizzare progetti ambiziosi di ‘impresa’ scientifica come IFOM, che spicca nel panorama italiano come un caso positivo di attrazione dei migliori cervelli internazionali e di circolazione di cervelli nazionali in netta controtendenza rispetto alla tanto discussa “fuga dei cervelli” dal nostro Paese.” Ma l’obiettivo con cui IFOM e FIRC hanno voluto promuovere oggi l’incontro pubblico “IFOM 2020 – La Ricerca sul Cancro di domani: Sinergica, Interdisciplinare, TransNazionale” moderato da Carmen Lasorella e ospitato presso l’Auditorium dell’Istituto milanese, non è stato quello di autocelebrare i primi 10 anni di una visione che si conferma lungimirante, bensì di tracciare i binari su cui far correre la ricerca sul cancro di domani, quelli grazie a cui il sistema-Italia si potrebbe rendere competitivo a livello internazionale sul piano della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica. Anziché spegnere le candeline, IFOM accende quindi la “miccia” propositiva di una sfida estesa ai diversi attori del sistema-Italia e alla comunità scientifica internazionale. “Del resto” commenta Marco Foiani, Direttore Scientifico dal gennaio 2009 e Responsabile di uno dei primi programmi di ricerca attivati nel 2000, “se alla sua fondazione, in piena Era post-genomica, IFOM nasceva come sfida tecnologica, oggi è una sfida di pensiero”. È da questo angolo prospettico che Foiani sta sviluppando la linea direttiva iniziata da Pier Paolo Di Fiore, che l'ha preceduto nella conduzione dell’Istituto. I binari tracciati dall’Istituto di ricerca sono quelli anticipati nel titolo del convegno e descritti nel loro scenario scientifico e socio-economico nonché nel loro identikit progettuale dallo stesso Foiani, “Gli obiettivi della ricerca oncologica sono ormai chiari: pervenire a diagnosi il più precoci possibile profilando i tumori con mutazioni particolari, identificare e inattivare quei processi che ‘tengono in vita’ la cellula tumorale, mettere a punto strategie finalizzate a veicolare il farmaco direttamente sul tumore.” Le chiavi future che indica Foiani per ottenere dei risultati significativi in questo senso sono appunto la sinergia, l’Interdisciplinarità e la transnazionalità. “Tutto sommato – commenta lo Scienziato - tre sfaccettature della stessa piramide. La sinergia, intesa nelle sue declinazioni culturali ed economiche, è il presupposto che ha dato vita a IFOM, nato per sua vocazione come network di scienziati provenienti dalle principali realtà scientifiche italiane, e questo è oggi sempre più il nostro modo di intendere il ‘fare Scienza’: in alleanza con le migliori realtà scientifiche nazionali ed internazionali.” “L’interdisciplinarietà - prosegue Foiani - è la seconda parola d’ordine: l’evoluzione scientifica richiede una pluralità di competenze che si intersecano dinamicamente in una mappa dai confini permeabili. Quindi a trovare risposte domani non sarà la figura isolata del ‘Super-scienziato’ ma un Team misto e trasversale che integri competenze tecnologiche e scientifiche complementari approcciando il problema da diversi angoli prospettici.” Una case history che associ in sé sinergia ed interdisciplinarietà? La recente costituzione del Centro Europeo di Nanomedicina, rappresentato nell’ambito del convegno dal suo Presidente Adriano De Maio: un network creato da IFOM insieme ad altri 10 prestigiosi Centri di ricerca pubblici e privati che hanno deciso di condividere risorse e competenze scientifico-tecnologiche nell’ambito della Nanomedicina - la più promettente frontiera della ricerca scientifica - con l’obiettivo di sviluppare soluzioni innovative per la prevenzione, la diagnosi e la cura di patologie tumorali. “la vera scommessa in questo ambito - precisa Foiani – sarà di integrare sul piano formativo “linguaggi’ tra loro tradizionalmente distinti, come la medicina, la biologia, la fisica, la chimica, l’informatica e l’ingegneria, forgiando una mentalità realmente interdisciplinare”. Il terzo binario segna un tragitto anche geograficamente a lungo raggio, ed è la transnazionalità, “un concetto familiare nell’ambito economico-sociale – sottolinea Foiani - ma che si presta perfettamente a profilare la fisionomia della comunità scientifica di domani: svincolata da logiche territoriali e sempre più spinta su partenariati transnazionali fondati su obiettivi di ricerca comuni, sulla condivisione delle risorse e delle tecnologie, sullo scambio formativo, sulla circolazione dei cervelli.” “Solo così – commenta Piero Sierra - possiamo entrare in un dibattito scientifico globale, innescando un circolo virtuoso che, di ritorno, dia valore aggiunto all’Italia sul piano scientifico, economico, formativo e professionale”. Se quindi fino a ieri la scommessa della ricerca scientifica sembrava essere la traslazionalità, ovvero il rapido trasferimento dei risultati dal laboratorio alla pratica diagnostica e terapeutica, oggi gli orizzonti si spingono oltre, inglobando la traslazionalità stessa nel quadro più ampio della transnazionalità, come conferma nel suo intervento Tomas Lindhal “Per promuovere sinergie positive e vincenti, le competenze personali complementari ed il rispetto reciproco sono molto più importanti degli aspetti geografici. Seguendo questo modello di networking, IFOM sta diventando in poco tempo un’unità di ricerca di stampo moderno e di notevole successo, a livello internazionale.” Un esempio recente in questo senso è l’accordo firmato nel 2009 tra IFOM e A*STAR - l’Agenzia governativa per la Scienza, la Tecnologia e la Ricerca di Singapore, oggi leader mondiale nel settore della ricerca biomedica - per promuovere collaborazioni di ricerca, scambi di personale e di studenti. “Stabilire delle alleanze strategiche con istituzioni leader a livello internazionale, come IFOM – sottolinea nel suo intervento Lee Eng Hin, Direttore Esecutivo del Biomedical Research Council di A*STAR- è una delle nostre strategie chiave, al fine di creare nuove conoscenze scientifiche e di stimolare l’innovazione all’interno delle Scienze Biomediche. Sulla base della visione condivisa da A*STAR ed IFOM nel tradurre scoperte di ricerca biomedica in applicazioni e risultati importanti per la Salute, noi crediamo che questo accordo segnerà l’inizio di una partnership più ampia ed a lungo termine tra Singapore e le comunità di ricerca in Italia.” Ma l’accordo con A*STAR di Singapore non è che l’avvio di un piano di alleanze transazionali che IFOM sta aprendo con le punte d’eccellenza della comunità scientifica asiatica: sono stati recentemente siglati in tal senso accordi anche con la giapponese Kyoto University Medical School e con l’indiano National Centre for Biological Sciences di Bangalore.

ultimo aggiornamento: 02/03/11